Quando può essere utile consultare uno psicologo per l’età evolutiva

Dicembre 29, 2018by Plòion0

Dott.ssa Stefania Lombardo, psicologa e psicoterapeuta.

I SEGNALI DI DISAGIO PSICOLOGICO NEI BAMBINI

Non è facile pensare che il proprio bambino si trovi in una situazione di difficoltà.
È più facile pensare che si tratti solo di un momento e che “con la crescita passerà tutto”.

I segnali di disagio di un bambino si esprimono non tanto attraverso una comunicazione diretta, quanto piuttosto tramite manifestazioni sintomatologiche.

Un bambino, soprattutto se molto piccolo, non dispone della capacità di introspezione o di comunicazione dei propri stati affettivi simile a quella degli adulti.

Diventa allora importante prestare attenzione ai diversi canali comunicativi attraverso i quali il bambino esprime tale disagio. Il suo malessere potrebbe manifestarsi su un piano comportamentale (aggressività, oppositività, isolamento) oppure su un piano somatico (cefalea, mal di pancia, enuresi/ encopresi di cui si escluda causa organica)

Tra i vari segnali di disagio psicologico nell’infanzia troviamo spesso anche un calo del rendimento scolastico, tristezza e pianto eccessivi, variazioni dell’appetito e del peso, un ritorno a comportamenti tipici di fasi precedenti, paure e ansie apparentemente ingiustificate.

Diventa pertanto importante cogliere subito eventuali segnali di disagio ed intervenire al più presto.

È importante ricordare che non sempre un segnale di disagio si traduce in una patologia. Un bambino può trovarsi semplicemente alle prese con una crisi evolutiva o con una crisi adattiva: queste sono componenti normali dello sviluppo che si manifestano quando la maturazione si arresta temporaneamente o regredisce in seguito a fattori scatenanti.

Oltre alle difficoltà legate al percorso evolutivo, ci sono anche altri eventi della vita che si riflettono sui bambini: ad esempio tutti gli eventi luttuosi o traumatici, le separazione da persone amate, ma anche le ripercussioni che le attuali modificazioni delle classiche strutture familiari (tra separazioni, divorzi, e famiglie allargate) hanno sui bambini, richiedendo loro una notevole capacità di orientarsi nel mondo esterno e di affrontare nel loro mondo interno stati emotivi complessi.

Quando le “deviazioni” dal normale percorso di sviluppo assumono caratteristiche più stabili e durature, fino a portare a manifestazioni di sintomi che ostacolano la quotidianità e lo sviluppo, allora siamo in presenza di un disturbo psicopatologico, e diventa opportuno pianificare un intervento.

La plasticità del funzionamento mentale del bambino consente di ipotizzare che l’esito sarà tanto più positivo quanto più precoce sarà l’intervento.

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